Una cosa mi ha colpito lungo la strada tra l’aeroporto e il mio alloggio: le recinzioni. Sono intorno alle case dei ricchi perché poveri e delinquenti non entrino, e intorno alle case dei poveri perché non escano.
Come dicevo, dormo in un posto work in progress, ancora da finire. Però il personale è simpatico e scusandosi si dà da fare per superare ogni lamentela. Dopo due giorni di promesse è arrivato il Wi-Fi e si può lavorare anche da qui. Pare che stia andando peggio al villaggio olimpico, dove tutto è terribilmente in ritardo.
La sede delle gare di equitazione è a quasi due ore di bus, ma cosa volete che sia per uno che ogni giorno si fa 5 ore di viaggio tra Genova e Milano e ritorno?
Tra l’hotel che mette musica contemporanea e l’International Broadcasting Centre, dove essenzialmente si lavora e basta, non ho ancora sentito una nota di musica brasiliana autentica. E dire che sono qui anche per questo. Ah, e per la caipirinha, anch’essa per ora latitante. Ma non dispero.
Però stasera un goccio ci sarebbe voluto, dopo un’intera giornata a studiare profili di cavalieri e amazzoni; nonché di beachers, ché non si sa mai.
Domani prima riunione operativa, la cosa comincia a prendere forma.