Una delle cose piu affascinanti, quando viaggi, è capitare in posti dei quali hai sempre sentito parlare. Prendi Botafogo. Da noi significa soprattutto calcio e uno dei team più prestigiosi di Rio. Qui è principalmente un bel quartiere che sorge tra Leblon e Copacabana, di fronte al Pao de Azucar. Una benedizione divina, insomma. Chi nasce da queste parti ha la naturale propensione a sentirsi privilegiato. Ovviamente anche di più se tifa per i colori bianconeri. Certo, lo stesso possono dire i cugini di Flamengo, la baia è molto grande…
Ieri giornata impegnativa ma purtroppo senza medaglie, da Lagoa per la canoa a Marina da Gloria per la vela. Speravamo nel Nacra, ma la nostra coppia ha sbagliato la medal race.
Tra un passaggio e l’altro con la guida del simpatico Cesar, mentre ero accasciato sul divano di un hotel, aspettando il collega operatore prima di trasferirci a Marina da Gloria proprio per la vela, mi si è avvicinato il tipico signore anziano inglese, che poi ho scoperto essere il padre di un semifinalista dei 110 ostacoli. Alla sesta Olimpiade, il signore, se ho capito bene. Mi ha visto con tre telefoni in mano, lo zaino e il monopiede della telecamera del collega e ha voluto fotografarmi come Man of the Day.
Stamattina, invece, a sorpresa, esordio olimpico nel volley. Canada-Russia, abbastanza per poter dire di aver lavorato in diretta dal Maracanazinho per Rio2016. Stasera però si comincia a sentire voglia di casa e di affetti. Comincerò a mettere in valigia qualcosa che sicuramente non mi servirà più.
Un vecchio allenatore del mio paese, rivolto ai bambini che allenava, categoria esordienti, quando qualcuno di questi si lamentava, era solito dire “Oh mì cittino, se eri bono giocavi nel Botafogo… e anche io se ero bono allenavo il Botafogo”. Toscani veraci, battuta sempre pronta. 🙂
Ieri mi sono dispiaciuto e al tempo stesso emozionato per l’Argentina (forse anche perché abbiamo lo stesso sangue). Sia nel volley che nel basket sono usciti, purtroppo. E nel basket, nonostante la sconfitta (quasi annunciata visto l’avversario), il pubblico argentino ha continuato a cantare come se fossero avanti di 20 punti, con il tributo finale al grande Ginobili che, commosso, dice addio alla nazionale. Un bel momento di sport.
Un commento su Bolt: è formidabile, una leggenda vivente, il numero uno. Ma uno che organizza una conferenza stampa che sembra una puntata del bagaglino, mi lascia perplesso. Come le torte dei matrimoni, alla seconda fetta stucca. Sarà che io adoravo Frankie Fredericks e quello stile lì.
Hai visto lo scandalo che ha coinvolto Patrick Hickey? Il bagarinaggio si fa a 20 anni e per i concerti. Non hanno neanche stile.
Saluti
Sì forse Bolt in certi momenti va un po’ oltre i limiti del buon gusto 🙂 Ma è la sua ultima Olimpiade e la sta onorando come al solito, lasciamogliela godere come vuole.
La storia di Hickey lì per lì mi ha fatto pensare a un ladro di polli, a una leggerezza senile. Poi ho letto la somma che si sarebbe messo in tasca e ho cambiato parere.