Chiudiamo con l’argento del volley, la maledizione olimpica continua in questo sport che ci ha regalato le gioie più grandi tranne quella. 3-0 con parziali alti e l’impressione che sarebbe bastato poco per far girare la partita davanti a un Brasile non straordinario. Ma non siamo stati gli stessi della semifinale.
Domani si parte e ovviamente, benché si sia trattato di un’esperienza magnifica, dico finalmente. C’è voglia di tornare agli affetti e di riposare un po’. Intanto vi dedico questa medaglia, grazie per il supporto a me e a tutta la squadra di RaiSport.
Alla prossima.
No, non siamo stati quelli della semifinale, ed abbiamo perso meritatamente. Onore ai migliori, come è giusto riconoscere sempre nello sport.
A proposito dei nostri avversari, mi aveva incuriosito un dato, di cui nessuno ha mai parlato (o almeno io non ne ho sentito parlare), ma che mi sembrava significativo: prima dell’oro di Rio era dal 2010 che il Brasile non vinceva un oro nelle grandi manifestazioni internazionali (Olimpiadi, mondiali e WL). Per una nazionale a cui l’oro è sempre stato cucito addosso prima di ognuna di queste competizioni, data la “manifesta superiorità”, almeno sulla carta, non mi sembrava una statistica lusinghiera. Vincenti sì, ma meno di come i media ce li fanno percepire.
Ho appena letto l’intervista a Caprara sulla Gazzetta, esprime la sua opinione sulla debacle delle azzurre. Individua il problema nella mancanza di un progetto chiaro e che sarebbe dovuto partire dal 2012. Io, molto più semplicemente, ritengo che un allenatore dovrebbe avere il coraggio e la lucidità per capire quando il suo ciclo è terminato. Perché i cicli terminano sempre, per tutti. Anche per i migliori.
Complimenti per il tuo lavoro. Non sono un esperto di equitazione ma da senese ho una certa sensibilità per i cavalli.
A presto